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Gino Terreni

"Espressioni di donna"

GUESTBOOK
The exhibition ended on 25/03/2019

BIOGRAFIA


Gino Terreni è stato un docente ed un artista italiano legato alla corrente Espressionista. E’ nato a Empoli, in località Tartagliana, figlio di Giuseppe e di Maria Mazzantini, coltivatori diretti, il 13 settembre del 1925. E’ morto all’ospedale di Empoli la sera del 28 novembre 2015, dopo breve malattia. Fin da giovanissimo ha espresso le proprie doti artistiche plasmando l’argilla del luogo e disegnando la vita quotidiana dei contadini della valle dell’Orme. Si fa il primo autoritratto nel 1937, a soli 12 anni. Diventa allievo del pittore e incisore Nello Alessandrini e poi comincia a frequentare da esterno l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze. Appena quindicenne ha modo di conoscere, presentato da amici del fratello, Alessandro Pavolini, allora Ministro della Cultura Popolare. L’incontro sorte l’effetto contrario alle aspettative del fratello. L’evento bellico interrompe i suoi studi. Dopo l’8 settembre del 1943 è renitente alla leva, non si presenta al distretto militare di Pistoia ed è ricercato. Entra nella formazione partigiana, 3° Raggruppamento, “Carlo Rosselli”, del Partito d’Azione, collaborante con la brigata “Arno”, col nome di battaglia di “Ricciolo”. Da partigiano conosce, nella tarda primavera del 1944, il grande artista Giorgio De Chirico, sfollato vicino alla pieve romanica di Coeli Aula, piccola frazione rurale nel comune di Montespertoli ed insieme rischiano la vita per il mitragliamento di un cacciabombardiere inglese. In ricordo dell’incontro con De Chirico realizza nel 1945 “L’autoritratto da partigiano”. Dopo il passaggio del fronte dal Valdarno si arruola volontario nel neonato Esercito Italiano e viene assegnato al 68° reggimento della divisione Legnano, compagnia mortai da tre pollici, e poi al Col Moschin, IX battaglione arditi d’assalto.
Combatte sulla Linea Gotica, in Val d’Idice ed è tra i primi ad entrare a Bologna. La sua vita è un’avventura: scampa al plotone di esecuzione per ben due volte. Da partigiano, fu prima della piena estate del ’44, nella zona delle Casenuove alla periferia di Empoli. Messo al muro con l’amico Gino Zani, lungo la via di Poggi Piedi, presso un pozzo, trova l’attimo di fuggire quando “l’anziana” contadina Argìa Tognoni nei Regini, sceglie volutamente di passare davanti al plotone di esecuzione per distrarlo, con la scusa di prendere l’acqua dal pozzo stesso.
Da assaltatore del “Col Moschin”, fu tra la fine dell’inverno e gli inizi di primavera del ’45, sulla Linea Gotica. Viene catturato con un commilitone durante un’incursione e appena riconosciuti come italiani invece che come inglesi, sono messi al muro presso un piccolo cimitero. Si salvano lanciando contro il plotone due bombe a mano che avevano indosso e che i tedeschi, che li avevano sommariamente perquisiti, non avevano trovato.
Finita la guerra, riprende gli studi al Magistero Fiorentino ( Istituto d’Arte di Porta Romana ), sotto la guida di Francesco Chiappelli e Pietro Parigi. Quest’ultimo, grandissimo xilografo, gli fu anche maestro di vita. Nel 1946, affitta un piccolo studio/abitazione in Borgo San Jacopo, con la finestra che guarda Ponte Vecchio e si mantiene agli studi insegnando valzer e tango ed esibendosi nei locali notturni fiorentini. Gli orrori della guerra lo hanno segnato profondamente e da questo momento inizierà a percorrere la strada dell’Espressionismo, quasi alla forma pura, avvicinabile alle correnti nordiche, ma con caratteristiche tutte toscane, originali. Pur affrontando ogni tipo di soggetto, dai nudi ai paesaggi fino alle nature morte, con sconfinamenti nell’astrattismo, la sua arte diviene soprattutto testimonianza della Storia Italiana del Secondo Novecento: gli orrori della guerra, la speranza della pace, il ruolo fondamentale della donna/madre nella società moderna (tra i soggetti privilegiati), l’epopea contadina e l’abbandono della vita dei campi, l’arte sacra e la mafia.
All’Elba dipinge un grande numero di paesaggi. Tiene la sua prima importante personale nel 1955, al Fondo Anichini a Piombino (LI). Dopo saranno centinaia le mostre personali e collettive su invito, realizzate un po’ in tutto il mondo. Nel 1959 è invitato personalmente da Picasso ad esporre alcune opere, tra cui un autoritratto, alla galleria Jacquemart André a Parigi, per beneficenza verso le vittime della tragedia del Frejus. Alla fine degli anni ’50 incontra a Firenze Walt Disney, che lo vorrebbe nel suo staff di disegnatori, ma rinuncia per continuare a dipingere i suoi soggetti privilegiati. Nel 1963 vince il Primo Premio Nazionale della Resistenza, a San Donato Milanese, con l’opera xilografica “Il pianto delle Madri”. Si è fatto un numero impressionante di autoritratti e la sua produzione è sterminata. Ha illustrato libri e realizzato “ex libris”, ha inciso oltre mille xilografie, tra le quali le più grandi del mondo su legno di filo. Le sue opere, frutto di quasi ottanta anni di attività artistica, si trovano presso numerosi musei, nazionali ed internazionali, in decine di chiese, edifici storici e piazze italiane. Tra questi si possono citare la Galleria degli Uffizi, dove è presente con un autoritratto giovanile del periodo espressionista, quindici disegni del tempo di guerra e una serie di xilografie; l’Accademia delle Arti del Disegno a Firenze con quaranta opere; Il Museo Puskin di Mosca con una serie di Xilografie e tante tante altre..


Di lui hanno scritto, tra gli altri:


Cristina Acidini, Umberto Baldini, Piero Bargellini, Fortunato Bellonzi, Dino Carlesi, Enzo Carli, Giovanna Maria Carli, , Aldo Casanova, Germain Dègean, Jaques Derivière, Raffaele De Grada, Marco Gamannossi, Carlo Cassola, Gabriella Gentilini, , Mario Giusti, Renzo Grazzini, Guerricchio, Virgilio Guidi, Pier Francesco Listri, Dilvo Lotti, Filippo Lotti, Corrado Marsan, Garibaldo Marussi, Marussja, Antonio Natali, Armando Nocentini, Mario Novi, Tommaso Paloscia, Amos Pampaloni, Antonio Paolucci, Renato Righetti, , Maria Gabriella Savoia, Luigi Servolini, Leonardo Giovanni Terreni, Domenico Viggiano, Luigi Zangheri.


ANTONIO PAOLUCCI, direttore dei Musei Vaticani, «Per non dimenticare», Firenze, Palazzo Cerretani, 2008


Dopo il Guttuso del ‘’Gott mit nus’’, non è rimasto che Gino Terreni a testimoniare gli orrori della guerra e l’epos della Liberazione……..Terreni ha vissuto i giorni belli e terribili che videro la Patria riconquistare la libertà e l’onore……..La guerra però è un’esperienza che segna per sempre, è un’ombra nera che scende sulla vita di chi l’ha vissuta occupandola per sempre. Gino Terreni non ha mai dimenticato gli occhi febbrili dei combattenti di prima linea (Soldato empolese della Legnano, matita nera su carta, 1948), la cupa desolazione di ha perso tutto (Sfollati del 1946)……..Chi ha vissuto la guerra non potrà più essere artista di ordine, di grazia, di armonia. I suoi riferimenti saranno d’ora in poi i neri inchiostri di Parigi, i Fusillados e i Capricci neri di Goya, gli espressionisti tedeschi, Guttuso e Maccari.


MOSTRE PERSONALI


Ha tenuto, in vita, oltre 150 mostre personali, tra le quali:
1955 – Galleria Fondo Anichini, Piombino (Livorno)
1956 – Casa della Cultura, Livorno
1957 – Galleria Cancelli, Firenze
1958 – Palazzo Ghibellino, Empoli (Firenze)
1960 – Galleria l’Incontro, Arezzo
1961 – Accademia delle Arti del Disegno, Firenze
1963 - Teatro S.Agostino, Colle di Val d’Elsa (Siena)
1963 – Galleria Por santa Maria, Firenze
1963 – Galleria Gustav Alker, Houston, Texas (USA)
1963 – Galleria Il Traghetto, Venezia
1965 – Galleria La Bizacuma, Pontedera (Pisa)
1966 – Galleria d’Arte I Vageri, Viareggio, (Lucca)
1968 – Casa di Dante, Firenze
1968 – Centro delle Arti, Grosseto
1969 – Galleria d’Arte La Sprugola, La Spezia
1969 – Galleria d’Arte La Pantera, Livorno
1970 – Convento Francescano di San Vivaldo, Montaione (Firenze)
1972 – International Art Gallery, Padova
1973 – Galleria Valiani, Pistoia
1976 – Santuario di San Damiano, Assisi (Perugia)
1981 – Chiostro Convento di San Marco, Firenze
1981 – Casa San Massimiliano Kolbe, Roma
1982 – Chiesa di San Giovanni Battista, “Antologica sulla Resistenza”, Pistoia
1982 – Galleria L’Agostiniana, Roma
1982 – Galleria Jaquemart André, Parigi
1989 – Antologica Palazzo delle Esposizioni, Empoli
1991 – Palazzo dei Congressi EUR, Roma
1994 – Galleria Malatestiana, Rimini
1994 – Comune di Neustadt An Der Aish, Norimberga
1996 – Galleria La Spirale, Prato
1997 – Chiostro di San Domenico, Prato
1997 – Casa Natale di Arnolfo di Cambio, Colle di Val d’Elsa (Siena)
1999 – Sala Dei Putti, Museo dei Bozzetti, mostra omaggio, Pietrasanta (Lucca)
1999 – Mostra omaggio Accademia delle Arti del Disegno, Firenze
2001 – Giovanni Boccaccio visto da Terreni, Casa del Boccaccio, Certaldo (Firenze)
2002 – Mostra omaggio Fortezza di Santa Barbara, Pistoia
2005 – Cassero delle Mura, Prato
2005 – Palazzo Panciatichi, mostra omaggio, Firenze
2005 – Omaggio a Gino Terreni del Comune di Empoli, Palazzo Ghibellino, Empoli (Firenze)
2008 – Mostra omaggio della Regione Toscana, Palazzo Cerretani, Firenze
2012 – Mostra omaggio Accademia delle Arti del Disegno, Firenze
2014 - Mostra omaggio Accademia delle Arti del Disegno, Firenze
2014 – Museo Civico di Fucecchio (Firenze), antologica, ultima mostra da vivente.

Post –Mortem

2016 – Galleria Sartori di Mantova
2017 – Retrospettiva omaggio Castello dell’Acciaiolo, Scandicci (Firenze)
2017 – Retrospettiva omaggio del Polo Museale della Toscana, Villa Medicea di Cerreto Guidi




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