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Leonardo Alberti

"Plasmare la pittura con Emozioni Creative"

GUESTBOOK
Emozioni in movimento
oil table
30 x 40 cm.
Sfera sospesa Multicolor
oil table
27 x 27 cm.
La gioia del bosco
oil table
30 x 40 cm.
Sfera su piedistallo Multicolor
oil table
28 x 48 cm.
Tavola orizzontale Multicolor
oil table
36 x 36 cm.
Tavola orizzontale Multicolor
oil table
15 x 20 cm.
Vibrazioni dell'anima
oil table
20 x 30 cm.
Vibrazioni dell'anima
oil table
30 x 40 cm.
Tavola orizzontale Multicolor
oil table
15 x 30 cm.
Mosaico dinamico unito /aperto
oil table
87 x 57 cm.

Biografia


Sono venuto alla luce il 27 Giugno 1973 a Firenze, città dove tutt’ora risiedo e lavoro.
Durante il mio percorso scolastico ho sempre dimostrato interesse per il disegno e la pittura, ma senza mai approfondire.
Agli inizi del 2006, per arredare gli ambienti dove vivevo, cercavo ispirazioni tra galleristi e corniciai fiorentini, restando colpito dai materici di Sergio Scatizzi e dalle pennellate di Emanuele Cappello.
Da lì a poco avevo l’opportunità di conoscere questi due Artisti e tra il 2006 e il 2010 frequentavo i loro Atelier.
Dal Maestro Scatizzi apprendevo la tecnica della pittura ad olio con spatola, mentre dal Maestro Cappello la tecnica della pittura ad olio con pennello.
L’aver frequentato in momenti diversi della mia vita questi due Artisti, che con dedizione mi hanno trasmesso il loro sapere, mi permetteva di coltivare quella passione artistica che portavo nel mio intimo fin da piccolo, facendola emergere e concretizzare in varie realizzazioni.
Dal 2006 iniziavo a sviluppare le mie prime interpretazioni a spatola, solo più tardi, dal 2008, quelle a pennello. I primi lavori sono stati delle prove che sono serviti per prendere la confidenza necessaria, poi sempre più mi ha guidato l’istinto che, insieme agli insegnamenti ricevuti, mi permettevano di trovare il mio tratto distintivo dando vita a paesaggi, nature morte, astratti, informali, segni, figure e forme.
Tra il 2014 e il 2015 partecipavo ai corsi di disegno e di pittura ad olio presso l’Accademia d’Arte Ad’A di Firenze.
Le mie creazioni a spatola prendono vita dalle emozioni che provo nell’utilizzo della vasta scelta di colori che ho a disposizione e la mia visione artistica mi permetteva, più di recente, di realizzare anche nuove e inedite creazioni.
Un’unione tra quadro e scultura, visione bidimensionale e tridimensionale della realtà al tempo stesso, diverse rispetto agli standard che propone l’attuale panorama pittorico.
La materia spessa e corposa, che applico per far risaltare le sfumature e i movimenti generati dai vari colori, è l’aspetto predominante che consente di osservarle da una nuova prospettiva capace di trasmettere una diversa luce emozionale.
Le mie creazioni a pennello prendono spunto dagli Impressionisti, verso i quali nutro particolare interesse e mi sento legato nelle mie interpretazioni che spesso sono risolte con strati materici.
Il movimento e le tonalità di luce che genera il colore, non costretto dai tratti definiti, catturano lo sguardo di chi le osserva suscitando vibrazioni emozionali.
La mia vocazione artistica ha la presunzione di voler lasciare un segno in questo Mondo e rappresentare alle generazioni future una fonte di ispirazione per le loro idee creative.
La pittura mi suscita emozioni profonde, smuove dentro di me la voglia di immaginare e realizzare in forma tangibile i pensieri e le interpretazioni di ciò che osservo e degli stati d’animo che vivo.
La fonte ispiratrice di tutte le mie creazioni è la vena poetica, romantica e passionale, presente nell’essenza della mia anima, profonda e ricca di valori, che trasferisco con impulso naturale in ogni mia opera.
Con le mie realizzazioni desidero esprimere il fascino per il Creato, per la materia che si plasma sotto forma di colore, di forma, di immagine, sollecitando la profondità dell’anima di chi le osserva e generando vibrazioni che alimentano i loro stati emozionali


Critiche


La “sfera multicolor” sembra ruotare nell'universo creativo di Leonardo Alberti come fa il globo terrestre nel sistema solare. Una pittura scultorea o una scultura pittorica a seconda di come la si voglia definire, ma l'esito, singolare quanto inatteso, non cambia. La fusione tra le due arti sta alla base dell'idea con cui l'artista ha concepito e realizzato l'opera, una sorta
di mappamondo dove ogni singolo pigmento occupa uno spazio preciso della superficie increspata, scivola e si insinua tra le pieghe delle concrezioni, a simulare terre e acque, montagne e pianure, deserti e ghiacciai, albe e tramonti. Accanto alla rappresentazione simbolica di una realtà naturalistica si può anche leggere l'intento di descrivere una mappa interiore dove sono i colori ad interpretare stati d'animo tra i più diversi: le luci e le ombre, i momenti gioiosi e quelli meno felici. I rossi, gli azzurri, i gialli, i verdi, mai in contrasto ma in dialogo tra loro, danzano insieme, si uniscono in un abbraccio effervescente. Un caleidoscopio di emozioni da cui si sprigiona una forza energetica si trasmette a chi osserva, lasciando intendere un messaggio sotteso ma molto chiaro. Il ruolo plastico del colore attiva vibrazioni intense e cangianti al variare della luce e del movimento roteante, generando un effetto di cui gode lo sguardo, che ne trae beneficio ottico ed emozionale. Esempio assai efficace del potere terapeutico dei colori. Il lavoro di Leonardo Alberti tuttavia, si svolge prevalentemente su superfici piane ed include anche opere grafiche, portando avanti finalità e significati analoghi. Assai pregevoli sono i disegni a matita che l'artista esegue a mano libera con tratto fluido e veloce, donando una nota realistica alla composizione. Disporsi in sintonia ed in dialogo con la natura stabilendo un contatto a livello emotivo equivale anche a rispettarla e a difenderla. Immergersi nel creato e avvicinarlo alla nostra interiorità è il dettato che pervade la poetica dell'artista, infatti ogni opera nasce da un elaborato spirituale e meditativo che si traduce nell'immediatezza vigorosa del gesto, nella volontà di immedesimarsi nell'atto pittorico.
L'elemento cromatico si fa rilievo vivo, spontaneo e rasserenante, che ha il potere di definire l'immagine rendendola dinamica, vibrante ed evocativa. E nella serie di acquerelli dedicata agli “Stati d'animo” l'artista trasferisce visioni e sensazioni derivanti dalla dimensione meditativa. L'interesse per l'impressionismo e lo studio del fattore luministico sono evidenti anche in opere di carattere figurativo, ma sono le spatolate dense e precise, i tratti materici,
sintetici ed essenziali che oscillano tra realtà e astrazione a definire un paesaggio, restituendoci il senso profondo e misterioso della natura, l'essenza delle cose. E' qui che si palesa l'insegnamento del Maestro Sergio Scatizzi che Alberti ha frequentato per imparare la tecnica della pittura a spatola, a cui ha affiancato un apprendistato molto formativo presso lo studio di Emanuele Cappello. A ciò si deve aggiungere la frequentazione dell'Accademia d'Arte AD'A di Firenze. Un buon bagaglio di studi e di esperienze con cui Leonardo Alberti ha assecondato la sua vocazione e la sua immensa passione per la pittura, impegnandosi ad elaborare una cifra espressiva personale, originale nella formulazione e rispondente alla sua
inventiva, al suo sentire e ai suoi intenti comunicativi. “L'arte di plasmare la pittura con emozioni creative” è l'autodefinizione con cui identifica la sua opera riassumendo un concentrato di valori universali troppo spesso tristemente offuscati che riguardano ciascuno di noi e a cui dovremmo porre attenzione.

Gabriella Gentilini
(Accademica d'Onore dell'Accademia delle Arti del Disegno)




Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, l’opera del fiorentino Leonardo Alberti si propone come spazio a sé per certe interessanti soluzioni innovative costituire da mosaici organizzati in tessere mobili e globi materici sospesi nello spazio o montati su basi. Opere che, partendo dalle ormai storiche esperienze informali, vengono a riproporsi per ‘punti di vista’ nuovi. Giova ricordare come il giovane Alberti, attratto fin dall’adolescenza dal disegno e dal fascino dei colori, poi allievo ai corsi di disegno e di pittura all’Accademia Ad’A, ha maturato la sua vocazione di pittore attraverso la frequentazione di due maestri del secondo Novecento: Sergio Scatizzi e il più giovane Emanuele Cappello. Se da quest’ultimo ha tratto l’insegnamento figurativo della pittura, fiori e paesaggi, l’opera materica di Sergio Scatizzi gli ha trasmesso la passione per gl’impasti cromatici, materia tanto ricca da apparir sontuosa, che lo storico dell’arte Giuseppe Cantelli ebbe a definire “barocco informale”. Pittura di spessore, in tutti i sensi, che nel secondo Novecento ha avuto il suo apice espressivo nella materia di Ennio Morlotti, ma che nei primi anni Sessanta il giovane Scatizzi aveva poetizzato con evocazioni di terre volterrane, marine, fiori, paesaggi. Esempi affascinanti quanto rischiosi da seguire per un giovane artista, stante il pericolo di rimanerne coinvolti fino a divenire epigono di tanto maestro. Rischio, che grazie allo spirito innovativo di Alberti si è rivelato pressoché nullo nonostante il comune divisore per la materia, smarcandosi e andando oltre gli esempi di Scatizzi con invenzioni di opere ben lontane dalle sue. Se la predilezione per gl’impasti materici rimane l’asse portante delle composizioni, i supporti che li accolgono, oltre a tavolette di vario formato ricolme di pastosi addensamenti di materia-colore, comprendono, come avanti anticipato, sfere da appendere al soffitto o sostenute da basi di plexiglass. Globi sui quali la materia, stesa a grumi e ondulazioni dai colori attentamente stesi per armonie complementari, varianti sulla superficie tormentata a seconda degli angoli di veduta dell’oggetto. Opere in cui si può cogliere l’incontro potenziale fra pittura e scultura, entrambe di ascendenza informale, che riguardo ai globi da tavolo l’ausilio di un supporto girevole potrebbe ulteriormente avvalorare, offrendo allo sguardo e al tatto la suggestiva circumnavigazione di depressioni e di grumi, di lacune e altre suggestioni telluriche di materia-colore. Le opere di Leonardo Alberti non sono dunque solo da guardare, ma anche da sfiorare. E così anche le tavolette prima descritte, create in formati diversi, che si offrono con i loro addensamenti e depressioni cromatiche ai sensi visivi e tattili e, per i più dotati di fiuto, anche col senso olfattivo, tanto la materia è cosi spessa e succosa da mantenere per mesi o anche per anni l’inebriante profumo dell’olio. Oltre a queste tavole colme di ricca, multicolore sostanza, ve ne sono altre in cui gli spessori si attenuano, divenendo tracce informali richiamanti motivi arborei o floreali. Colori delicatamente stesi da sapienti tocchi di spatola, così da suggerire, per cangianti volute di verdi, contorti fogliami striati di bianchi, di rosa e di rossi rametti. Composizioni in cui Alberti più s’ avvicina al suo caro maestro, uscendone nel contempo dall’orbita per il soggetto appena suggerito e non ‘scatizzianamente’ espresso nelle finalità descrittive. In più piccole tavole, come tarsie dipinte a large taches di colori armonizzanti tra loro, l’artista sviluppa un’altra delle sue originali invenzioni. Sono i cosiddetti Mosaici avanti accennati, le cui tavolette, come tessere compositive, aderiscono al supporto della tela per mezzo di calamite nascoste. Opere che l’artista crea ma che l’osservatore può sovvertire, sia variandone la distanza sia scomponendo l’ordine compositivo dato dall’autore. “Quadri dinamici”, potremmo titolare questi mosaici ricomponibili a gusto proprio, e umore del momento, del fruitore. All’uso della spatola Alberti alterna il più tradizionale pennello, e nel ricordo del maestro Cappello compone sulla tela fiori e paesaggi interpretati secondo un sentire proprio
che si manifesta attraverso stesure di colore rispecchianti stati d’animo. Paesaggi fiorentini, dove la grande nave di Santa Maria del Fiore è resa in un bianco accecante, simbolo evocante la luce spirituale e artistica che rappresenta nella cultura occidentale. Fra altri paesaggi, colpisce uno particolarmente intenso di colore ritraente la laguna di Venezia, dove le calde intensità cromatiche del rosso e del giallo riportano in forte le attinenze cromatiche della scuola veneta. Così, fra i parametri tradizionali della realtà trasfigurata e la forte attrazione per la resa informale della materia-colore, si svolge la ricerca di Leonardo Alberti, traccia affettiva ma non pedissequa dei suoi indimenticati maestri.

Marco Moretti
Accademico d'Onore dell'Accademia delle Arti del Disegno



MOSTRE REALIZZATE
Varie mostre personali private

PUBBLICAZIONI
La mostra dell'artista è pubblicata su "La Toscana Nuova" di Settembre 2024


www.leonardoalberti.com




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